E’in arrivo l’ennesima pastoia
burocratica che il GSE vuole provare a perpetuare ai danni delle energie
rinnovabili e in particolare contro gli impianti fotovoltaici, chiamata con
l’innocua sigla “rilevazione statistica ”.
Appena poco tempo fa i
proprietari di suddetti impianti avevano dovuto subire in molti casi, con
amarezza, l’ obbligo del loro accatastamento.
Da inizio anno anche agli
impianti in scambio sul posto è stato nuovamente imposto il contatore di
produzione (a che scopo si capisce oggi).
Fra gli altri attacchi a fuoco
continuato annoveriamo la riduzione delle percentuali di ammortamento del costo
degli impianti per le imprese, la proposta di abbassare la soglia di potenza dello
scambio sul posto, il crollo del prezzo minimo garantito per gli impianti in
cessione totale.
Una scientifica e micidiale
guerra , i cui proiettili sono le carte bollate e la burocrazia più avvolgente.
Ora con la procedura denominata “rilevazione
statistica ”, in pratica un proprietario di impianto fotovoltaico, anche
domestico di 3 kW, se questa assurda pastoia burocratica sarà avvallata (ma
questa volta si dovrà passare sopra i corpi degli imprenditori del settore)
dovrà ogni anno tenere la contabilità di :
- anagrafica del produttore
- ubicazione impianto
- dati relativi al censimento già
effettuato sul sistema GAUDI di TERNA
- dati tecnici d’impianto
- dati mensili relativi
all'energia prodotta
- dati mensili relativi
all'energia immessa in rete
- dati mensili relativi
all'energia autoconsumata
- dati relativi all'utenza associata
all'impianto di produzione
Se la registrazione fosse una
pratica “una tantum” , pur con malumore, si potrebbe anche fare uno sforzo per
adempiere, ma se c’è un modo di scoraggiare una persona intenzionata a
investire su un impianto fotovoltaico, anche in semplice autoconsumo (ora che
la scusa degli ricchi incentivi non c’è più qualcosa si dovrà pure inventare!)
e quello di imporre una valanga di asfissiante, ma soprattutto inutile
burocrazia continuativa nel tempo. Questa assurda imposizione ha anche
probabili elementi di illegalità in quanto i dati richiesti possono essere
ricavati dal GSE attraverso la registrazione GAUDI come produzione complessiva,
e dai dati di immissione in rete attraverso i contatori bidirezionali
richiedendoli agli enti gestori. Cosa che viene già fatta nella quasi totalità
degli impianti che usufruiscono della convenzione scambio sul posto. Lo stato
non può imporre ai cittadini di fornire dati già in suo possesso o reperibili.
Inoltre, i dati di produzione per
impianti fotovoltaici senza specifico contatore installati nel 2013, sono
indiscutibilmente non recuperabili. Vuole il GSE obbligare gli utenti a produrre
dichiarazioni false o inventate al fine di dover compilare un modulo per non
incorre in sanzioni? Si dovrà pagare la sanzione per mancata comunicazione opporre
quella per comunicazione di dati falsi e inventati?
A che pro questa ennesima pastoia burocratica
che colpisce migliaia di piccoli proprietari di impianti ad uso domestico per
autoconsumo?
Il dato di fatto è che la politica,
chissà se “sollecitata” da qualche potere forte, si sta scagliando con violenza selvaggia contro
chi, facendo un investimento in impianto fotovoltaico, tutt'ora con tempi di
rientro più che accettabili anche senza incentivi su con impianti ben
dimensionati sui consumi delle utenze, contribuisce alla riduzione
dell’inquinamento e alla rivoluzione energetica verso la micro generazione distribuita.
Invece il messaggio che arriva inequivocabile è che dobbiamo consumare
l’energia prodotta dalle centrali alimentate a fonti fossili e garantire
guadagni miliardari ai monopolisti: la tecnologia che riduce i costi energetici
a vantaggio delle persone comuni è da ammazzare senza alcuna pietà.
Scientificamente.
Ormai la burocrazia ci sta
massacrando in ogni settore ma in particolare viene usata per frenare lo
sviluppo delle energie rinnovabili, a tutto vantaggio degli utili dei grandi
monopolisti.
Chi vuole un mondo pulito e
libero dalla schiavitù fossile, non può accettare tutto questo.